Il Progetto…la storia

Il progetto prende vita nel 1888 quando Luigi Meda comincia a cercare un sito da acquistare per fondare una attività di vitivinicoltura basata su metodi, per il tempo, innovativi.

Nel suo intento è spronato ed aiutato dal padre, piccolo impresario edile appartenente ad una famiglia immigrata dal vicino lombardo-veneto Austriaco al termine della prima guerra d’indipendenza (1849).

Nel 1893, dopo aver acquistato dalla curia vescovile un cascinale chiamato “cascinotto” con annessi i terreni agricoli ai piedi del sacro monte di crea, Luigi Meda inizia la demolizione del vecchio stabile e la costruzione dell’attuale edificio, che inizia con la casa sul lato est e termina con la stalla ed il granaio sul lato ovest nel 1904, dopo ben 11 anni di attività.

Parallelamente alla costruzione della casa e della cantina per la vinificazione inizia l’impianto dei vigneti, che vengono realizzati adeguandosi alle più recenti scoperte nel campo di lotta ai nuovi parassiti provenienti dall’America (Oidio, Fillossera e Peronospora).

Presto la tenuta diviene un punto di riferimento non solo per la bontà dei suoi vini ma anche per le capacità e le tecniche innovative nella gestione dei vigneti, riconosciute da diplomi ed onorificenze.

Nel 1911, la grande varietà di prodotti agricoli dell’azienda e la capacità culinaria permettono alla moglie di Luigi (Giuseppina Sandiano) di aprire una attività di ristorazione negli ambienti della cascina, sotto il nome di “Trattoria Tripoli”, che verrà poi chiusa poco dopo la fine della “grande guerra”.

Nel periodo storico fra il 1920 ed il 1945, l’attività risulta intensa ma routinaria, infatti in quel periodo la tenuta funziona, tranne che per il prodotto enologico, quasi come un’economia a ciclo chiuso, avendo al proprio interno ogni tipo di coltivazione ed anche un allevamento abbastanza consistente.

In questo periodo Luigi cerca principalmente di sviluppare il parco bovino, per garantire la forza “motrice” necessaria per le lavorazioni del terreno e la trazione dei carri agricoli, ottenendo anche in questo caso riconoscimenti importanti.

Alla morte di Luigi Meda, avvenuta nel 1945, subentrano nella gestione della tenuta i due figli Prospero e Carlo Meda che soli, fra tutti i figli di Luigi e Giuseppina, fanno propria la scelta di vita del padre.

I due fratelli proseguono la tradizione di coltura e vinificazione di qualità e si dedicano sempre più alla produzione di vini rossi (barbera, grignolino, freisa, malvasia, dolcetto, ecc.) per la commercializzazione e di spumanti (moscato d’asti, malaga e “fragolino”) per gusto personale, rinnovando man mano tutti i vigneti ed avviando, inoltre, la meccanizzazione dell’azienda con l’introduzione di un primo trattore a cingoli e della prima pigiadiraspatrice.

Negli anni del secondo dopoguerra, tramite acquisizioni di terreni limitrofi, la tenuta raggiunge l’attuale superficie aziendale di circa 13 ettari.

Nel 1975, alla morte di Carlo, Prospero Meda prosegue da solo l’attività, con l’aiuto della moglie e della cognata (Anna Sassone e Silvia Mongiano).

Ormai la meccanizzazione agricola, per quanto limitata dal terreno collinare, le attrezzature che coadiuvano il lavoro in cantina e le moderne pratiche di vinificazione permettono di proseguire l’attività ricorrendo sempre meno alla manodopera e quindi garantendo la possibilità di produrre ottimi vini, sempre rispettosi dei metodi tradizionali, a prezzi competitivi.

Alla morte di Prospero Meda nel 1984, le attività vengono portate avanti da tutta la famiglia, senza una figura di riferimento, fino alla presa in carico della tenuta da parte di Luigina Meda, figlia di Carlo e Silvia e del marito Evasio Godino.

Dal 2004 il titolare dell’azienda è Claudio Godino, figlio di Luigina ed Evasio, che si occupa principalmente di tutte le attività relative alla campagna, mentre il fratello Marco si occupa della vinificazione e della vendita.

Claudio e Marco, pronipoti di Luigi Meda, proseguono quindi l’attività secolare della famiglia tentando, in un periodo non facile segnato da cambiamenti climatici e dai dissesti idrogeologici, di mantenere l’alto livello di qualità consueto aggiornando strumenti, vitigni e buone pratiche di campagna e di cantina.

Dal 2013 infatti, in tenuta si impiantano esclusivamente vigneti a basso impatto ambientale costruendo con tecniche conservative e rispettose del territorio e si attuano tutti quegli interventi atti a garantire il pieno rispetto delle regole di creazione di un prodotto pienamente definibile come biologico, in tutti i passi della filiera alimentare vitivinicola che, come da più di un secolo, avviene integralmente in azienda, dalla produzione delle uve fino all’imbottigliamento.